La resistenza antimicrobica (Antimicrobial resistance, AMR) è un fenomeno naturale, una caratteristica biologica tipica di tutti i microrganismi. Ad esempio, i batteri sono capaci di sviluppare spontaneamente difese che li rendono resistenti a uno o più antibiotici. Questi farmaci sono in grado di eliminare o impedire la proliferazione dei batteri e sono quindi utilizzati per curare le infezioni che colpiscono l’uomo, gli animali e talvolta anche le piante.
Mentre non esiste un antibiotico efficace contro tutti i tipi di batteri, ne esistono oltre 15 categorie diverse che si distinguono per la loro struttura chimica e la loro azione battericida. Un batterio può invece essere resistente a molti antibiotici. Il caso limite è rappresentato dai cosiddetti batteri multi-resistenti (resistenti a più antibiotici o addirittura a tutti) che possono causare una lunga serie di infezioni, in alcuni casi anche letali.
Come detto, la capacità di resistere agli antibiotici è un fenomeno del tutto naturale, ma il controllo della comparsa e diffusione di questa resistenza è una responsabilità anche dell’uomo. Infatti, l’uso inappropriato di antibiotici consente la crescita dei batteri resistenti. Questi possono trasmettersi e causare infezioni anche in altre persone che non hanno fatto uso di antibiotici, diffondendo così la resistenza nella comunità. Per tale motivo è fondamentale che l’utilizzo di questi medicinali sia il più appropriato possibile.
Nel suo piano d’azione per la lotta alla resistenza antimicrobica (2011-2016), la Commissione Europea ha riconosciuto che nel corso degli anni la resistenza agli antibiotici si è trasformata in una seria minaccia per la salute pubblica globale. Tale minaccia è causata dall’utilizzo eccessivo e inappropriato degli antibiotici in medicina umana e veterinaria e delle scarse pratiche di controllo delle infezioni. Esempi importanti di ciò sono le infezioni da Staphylococcus aureus, resistente alla meticillina, infezioni da Enterobacteriaceae che producono ESBL (betalattamasi ad ampio spettro, enzimi in grado di neutralizzare alcuni antibiotici), infezioni da Enterococchi resistenti alla vancomicina e infezioni da Acinetobacter baumannii resistente ai carbapenemi.
Secondo i dati pubblicati dalla Commissione Europea, nel nostro continente si registrano ogni anno 25.000 decessi (700.000 nel mondo) per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. Se questo fenomeno non verrà arginato, nel 2050 giungerà a rappresentare la prima causa di morte nel mondo. Inoltre, l’antibiotico-resistenza comporta un aumento considerevole di spese per la sanità e una perdita di produttività per la società.
Per contrastare il dilagare della resistenza antimicrobica, un importante strumento a disposizione della Sanità Pubblica è rappresentato dai vaccini, utili a prevenire le infezioni batteriche e virali sia nell’uomo che negli animali. Essi contribuiscono a ridurre l’uso inappropriato di antibiotici e possono aiutare a prevenire la resistenza batterica.